Ammortamento alla francese – scopri i costi occulti e proteggi il tuo patrimonio

Ammortamento alla francese – scopri i costi occulti e proteggi il tuo patrimonio

Quando si tratta di contratti di finanziamento, i consumatori devono prestare molta attenzione alle insidie nascoste nelle clausole contrattuali. Uno degli aspetti più critici riguarda la scelta del piano di ammortamento e del regime di capitalizzazione degli interessi. L’utilizzo di un piano di ammortamento “alla francese” combinato con un regime di capitalizzazione composta degli interessi può infatti comportare un aumento del costo finale del finanziamento anche superiore al 30% rispetto ad altre tipologie di ammortamento.

In questa guida approfondita, ti mostreremo come riconoscere e contrastare queste pratiche illegali, analizzando nel dettaglio il quadro normativo e la giurisprudenza rilevante. Acquisirai gli strumenti necessari per tutelare i tuoi diritti e non farti sorprendere dai costi occulti nascosti nei contratti di finanziamento.

Introduzione al piano di ammortamento alla francese

Il piano di ammortamento alla francese, anche noto come “ammortamento progressivo“, è una modalità di restituzione di un prestito o di un mutuo in cui le rate sono posticipate e l’importo erogato viene restituito con gli interessi in rate costanti e di uguale importo.

Ogni rata è composta da due elementi:

  • Quota capitale: la parte dell’importo che va a ridurre il debito residuo
  • Quota interessi: la parte che corrisponde agli interessi calcolati sul capitale residuo

Nel metodo “alla francese“, la quota di interessi è più alta all’inizio e si riduce durante l’ammortamento, mentre la quota di capitale è più bassa all’inizio e cresce in maniera progressiva.

Questo approccio è spesso preferito dai mutuatari perché permette di avere rate iniziali più contenute, sebbene il costo totale del finanziamento risulti più elevato rispetto ad altre tipologie di ammortamento.

Regime di capitalizzazione composta: il tallone d’Achille del piano di ammortamento alla francese

Il vero problema dell’ammortamento alla francese risiede nell’applicazione di un regime di capitalizzazione composta degli interessi, anziché di quello semplice voluto dal legislatore.

Nel regime di capitalizzazione semplice, gli interessi vengono calcolati solo sul capitale iniziale. Al contrario, nel regime di capitalizzazione composta, gli interessi maturati in ciascun periodo vengono aggiunti al capitale, generando a loro volta nuovi interessi. Questo meccanismo determina un aumento esponenziale degli interessi totali dovuti dal mutuatario.

Confrontiamo quattro esempi di piani di ammortamento, a parità di capitale (€100.000), tasso di interesse nominale annuo (TAN = 5%) e durata del finanziamento (20 anni):

Tipologia di ammortamento Regime di capitalizzazione Interessi totali
Francese Composta € 58.389,38
Francese Semplice € 44.486,41
Italiana Composta € 50.208,33
Italiana Semplice € 38.837,99

Come si può notare, l’utilizzo del regime di capitalizzazione composta nell’ambito del piano di ammortamento alla francese genera un costo finale del finanziamento notevolmente più elevato, con una differenza di oltre 19.500 euro rispetto all’ammortamento all’italiana con capitalizzazione semplice.

Questa differenza di oltre il 33% nel costo totale del finanziamento rappresenta un vero e proprio costo occulto a carico del mutuatario, spesso non adeguatamente comunicato dalle banche e dalle società finanziarie.

Costi occulti e violazione del dovere di informazione

La mancata indicazione in contratto del regime di capitalizzazione utilizzato per il calcolo degli interessi rappresenta una grave violazione del dovere di informazione a carico delle banche e delle società finanziarie. Questo comportamento, definito “opacità” nel documento allegato, impedisce al consumatore di comprendere appieno il costo effettivo del finanziamento e di potersi autodeterminare in modo consapevole.

Secondo la giurisprudenza, la mancata comunicazione del regime di capitalizzazione composta, anziché di quello semplice voluto dal legislatore, configura la violazione degli articoli 1427, 1428, 1431, 1341 e 1344 del Codice Civile. Ciò in quanto il consenso del mutuatario è stato viziato dalla mancanza di informazioni essenziali, rendendo il contratto annullabile.

Inoltre, l’utilizzo del regime di capitalizzazione composta, senza previa pattuizione con il cliente, rappresenta una violazione dell’articolo 1283 del Codice Civile, che vieta l’anatocismo (interessi sugli interessi). Questa pratica è stata più volte condannata dalla Corte di Cassazione, in particolare con la sentenza n. 9140 del 19 maggio 2020, che ha sancito l’illegittimità dell’anatocismo bancario nonostante l’adeguamento alla delibera CICR del 2000.

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