Assegno di mantenimento: mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio

Assegno di mantenimento: mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio

L’assegno di mantenimento, previsto dall’art. 156 c.c., è una questione fondamentale nel diritto di famiglia, finalizzato a garantire un adeguato sostegno economico al coniuge più debole o meno abbiente dopo la separazione. In questo articolo, esamineremo gli aspetti chiave dell’assegno di mantenimento, con particolare attenzione alla massima della Cassazione n. 6176/2023, che sottolinea la ratio dell’assegno di mantenimento che, per l’appunto, consiste nel far mantenere al coniuge separato il medesimo tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Cos’è l’assegno di mantenimento

L’assegno di mantenimento è un obbligo che la legge può riconoscere in favore di un coniuge dopo la separazione. Secondo l’art. 156 c.c., l’assegno di mantenimento deve essere parametrato al tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Il tenore di vita come parametro per l’assegno di mantenimento

Il tenore di vita goduto durante il matrimonio diventa un elemento cruciale nella determinazione dell’assegno di mantenimento. La Corte di Cassazione, con la massima n. 6176/2023, ha ribadito che, in assenza della condizione ostativa dell’addebito, gli “adeguati redditi” ai sensi dell’art. 156 c.c. devono essere sufficienti per mantenere il tenore di vita precedente: “La separazione personale presuppone la permanenza del vincolo coniugale, sicchè i “redditi adeguati” cui va rapportato, ai sensi dell’art. 156 c.c., l’assegno di mantenimento a favore del coniuge, in assenza della condizione ostativa dell’addebito, sono quelli necessari a mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, essendo ancora attuale il dovere di assistenza materiale”.

Il dovere di assistenza materiale e il mantenimento del tenore di vita

Nonostante la separazione personale, il vincolo coniugale rimane e, di conseguenza, permane anche il dovere di assistenza materiale tra i coniugi. Questo dovere si traduce nell’obbligo di fornire un sostegno finanziario per mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. La Corte di Cassazione sottolinea che il coniuge obbligato all’assegno di mantenimento deve garantire gli “adeguati redditi” necessari per adempiere a tale dovere.

Gli elementi considerati nella determinazione dell’assegno di mantenimento

La determinazione dell’assegno di mantenimento tiene conto di diversi fattori, tra cui le esigenze economiche del coniuge beneficiario, le possibilità economiche del coniuge obbligato, la durata del matrimonio, l’età e lo stato di salute dei coniugi, nonché la presenza di figli a carico.

La consulenza legale per l’assegno di mantenimento

Data la complessità delle questioni legate all’assegno di mantenimento, è fondamentale avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato in diritto di famiglia. Un avvocato esperto può fornire una valutazione accurata del caso specifico, tenendo conto della massima della Cassazione e delle leggi in vigore, per garantire un risultato equo nell’assegnazione dell’assegno di mantenimento.

Conclusioni

L’assegno di mantenimento ex art. 156 c.c. è un argomento di estrema importanza nel diritto di famiglia. La massima della Cassazione n. 6176/2023 ribadisce il dovere di mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, sottolineando che gli “adeguati redditi” devono essere rapportati a tale tenore di vita.

È essenziale rivolgersi a un avvocato specializzato per una consulenza adeguata e per garantire una giusta determinazione dell’assegno di mantenimento, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti previsti dalla legge e dalla giurisprudenza.

Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o assistenza legale, non esitare a contattare il nostro studio legale ai recapiti sotto indicati.

Avv. Cosimo Montinaro

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