Assegno divorzile: la convivenza prematrimoniale conta

Assegno divorzile: la convivenza prematrimoniale conta

La recente pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione ha stabilito che la convivenza prematrimoniale può essere computata ai fini della determinazione dell’assegno divorzile. Questo significa che il periodo di convivenza, se caratterizzato da stabilità e continuità, può essere considerato come parte del matrimonio, ai fini del calcolo della durata dell’unione e del contributo fornito dal richiedente l’assegno alla conduzione familiare.

Introduzione

La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 28826 del 19 luglio 2023 ha stabilito che la convivenza prematrimoniale può essere computata ai fini della determinazione dell’assegno divorzile. Questo significa che il periodo di convivenza, se caratterizzato da stabilità e continuità, può essere considerato come parte del matrimonio, ai fini del calcolo della durata dell’unione e del contributo fornito dal richiedente l’assegno alla conduzione familiare.

La questione

La questione era stata sollevata da un ricorso presentato da una donna che, dopo la separazione dal marito, aveva chiesto il riconoscimento dell’assegno divorzile. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, ritenendo che il matrimonio fosse stato di breve durata (sette anni) e che, pertanto, la donna non avesse diritto all’assegno.

La donna ha fatto ricorso in Cassazione, lamentando che la Corte d’Appello avesse erroneamente escluso dal computo della durata del matrimonio il periodo di convivenza prematrimoniale, che aveva avuto una durata di 15 anni.

La decisione delle Sezioni Unite

Le Sezioni Unite hanno accolto il ricorso della donna e hanno stabilito che la convivenza prematrimoniale può essere computata ai fini della determinazione dell’assegno divorzile, se caratterizzata da stabilità e continuità.

I giudici hanno evidenziato che la convivenza prematrimoniale rappresenta un momento di fondamentale importanza nella vita di una coppia e che, in quanto tale, deve essere presa in considerazione ai fini dell’assegno divorzile.

In particolare, le Sezioni Unite hanno affermato che la convivenza prematrimoniale può essere computata ai fini dell’assegno divorzile se sussistono i seguenti presupposti:

  • la convivenza deve essere caratterizzata da stabilità e continuità;
  • i conviventi devono aver elaborato un progetto ed un modello di vita in comune, dal quale inevitabilmente discendono anche reciproche contribuzioni economiche;
  • la convivenza deve avere avuto un impatto significativo sulla vita familiare e lavorativa del richiedente l’assegno.

principio di diritto

«Ai fini dell’attribuzione e della quantificazione, ai sensi dell’art. 5, comma 6, l. n. 898/1970, dell’assegno divorzile, avente natura, oltre che assistenziale, anche perequativo-compensativa, nei casi peculiari in cui il matrimonio si ricolleghi a una convivenza prematrimoniale della coppia, avente i connotati di stabilità e continuità, in ragione di un progetto di vita comune, dal quale discendano anche reciproche contribuzioni economiche, laddove emerga una relazione di continuità tra la fase «di fatto» di quella medesima unione e la fase «giuridica» del vincolo matrimoniale, va computato anche il periodo della convivenza prematrimoniale, ai fini della necessaria verifica del contributo fornito dal richiedente l’assegno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno dei coniugi, occorrendo vagliare l’esistenza, durante la convivenza prematrimoniale, di scelte condivise dalla coppia che abbiano conformato la vita all’interno del matrimonio e cui si possano ricollegare, con accertamento del relativo nesso causale, sacrifici o rinunce, in particolare, alla vita lavorativa/professionale del coniuge economicamente più debole, che sia risultato incapace di garantirsi un mantenimento adeguato, successivamente al divorzio».

Conseguenze della pronuncia

La pronuncia delle Sezioni Unite ha importanti conseguenze pratiche. In particolare, la sentenza:

  • tutela i diritti delle donne che, dopo una lunga convivenza, si sposano e poi si separano;
  • favorisce la parità tra i coniugi, in quanto consente di considerare anche il contributo economico fornito dal coniuge durante la convivenza prematrimoniale;
  • tiene conto dei cambiamenti sociali, in quanto riconosce la rilevanza della convivenza prematrimoniale, che è sempre più diffusa.

Conclusione

La pronuncia delle Sezioni Unite è un importante passo avanti per la tutela dei diritti delle donne e per la parità tra i coniugi. La sentenza riconosce la rilevanza della convivenza prematrimoniale, che è sempre più diffusa, e consente di considerare il contributo economico fornito dal coniuge durante tale periodo.

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Avv. Cosimo Montinaro

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