La riforma del reato di usura: una disamina della nuova disciplina

La riforma del reato di usura: una disamina della nuova disciplina

Introduzione:

L’usura è un reato plurioffensivo che consiste nell’esigere o nel farsi dare o promettere, a titolo di interesse o di altra utilità, somme di denaro o altre utilità a un tasso usurario. Il tasso usurario è quello determinato dalla Banca d’Italia, sulla base dei tassi medi praticati dal mercato per operazioni di analoga natura.

La disciplina dell’usura è stata riformata nel 1996 dalla Legge n. 108, che ha introdotto una serie di novità importanti, tra cui:

  • l’eliminazione del requisito dell’approfittamento dello stato di bisogno della vittima;
  • l’introduzione del concetto di usura soggettiva;
  • l’ampliamento dell’ambito di applicazione della norma.

Analisi della nuova disciplina:

Con la riforma del 1996, il reato di usura ex art. 644 c.p. è stato configurato come un reato di mera condotta, che si consuma con la mera richiesta o accettazione di interessi usurari. Non è più necessario, quindi, che il creditore si avvantaggi dello stato di bisogno del debitore.

La riforma ha inoltre introdotto il concetto di usura soggettiva (terzo comma), che si verifica quando gli interessi sono usurari in base alle concrete circostanze del fatto, a prescindere dal tasso soglia stabilito dalla legge.

Infine, la riforma ha ampliato l’ambito di applicazione della norma, includendo tra gli interessi usurari anche quelli derivanti da operazioni di prestito, di finanziamento o di dilazione di pagamento.

Bene giuridico tutelato:

La riforma del 1996 ha sollevato il problema dell’individuazione del bene giuridico tutelato dal reato di usura.

Alcuni autori sostengono che il bene giuridico tutelato sia l’ordinamento del credito, in quanto la norma mira a garantire la stabilità del sistema creditizio e a prevenire l’abuso di potere da parte dei creditori.

Altri autori sostengono, invece, che il bene giuridico tutelato sia il patrimonio del debitore, in quanto la norma mira a tutelare i soggetti in stato di bisogno dall’estorsione di somme di denaro a condizioni ingiuste.

La giurisprudenza non si è ancora espressa in modo definitivo sul punto, ma sembra propendere per la tesi secondo cui il bene giuridico tutelato è il patrimonio del debitore.

Conseguenze della nuova disciplina:

La riforma del 1996 ha avuto importanti conseguenze pratiche. In particolare, ha reso più facile la repressione del reato di usura e ha ampliato la tutela delle vittime.

Infatti, l’eliminazione del requisito dell’approfittamento dello stato di bisogno ha reso più semplice dimostrare l’usura, mentre l’introduzione dell’usura soggettiva ha permesso di tutelare anche le vittime che non versano in stato di bisogno.

Inoltre, l’ampliamento dell’ambito di applicazione della norma ha permesso di colpire anche le usure che si verificano in relazione a operazioni di prestito, di finanziamento o di dilazione di pagamento.

Conclusione:

La riforma del reato di usura ha rappresentato un importante passo avanti nella lotta a questo fenomeno. La nuova disciplina ha reso più efficace la repressione dell’usura e ha ampliato la tutela delle vittime.

Avv. Cosimo Montinaro

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