Luci irregolari e usucapione della servitù di affaccio: la regolarizzazione prevale sulla chiusura. Corte di Appello di Lecce, 2024
In una controversia tra proprietari di immobili confinanti, la Corte di Appello di Lecce si trova a dirimere una questione spinosa: la presenza di luci irregolari sul muro di confine e la possibilità di usucapire la servitù di affaccio. La parte attrice, contestando la legittimità delle aperture realizzate dai convenuti, ne chiede la chiusura o la regolarizzazione, mentre questi ultimi invocano l’intervenuta usucapione della servitù. La decisione della Corte, pur confermando l’irregolarità delle luci, apre uno spiraglio per la loro conservazione, subordinandola però alla necessaria conformazione alle prescrizioni di legge. Un caso emblematico che mette in luce il delicato bilanciamento tra il diritto di proprietà e le limitazioni imposte dalle norme sulle distanze tra edifici.
INDICE
- ESPOSIZIONE DEI FATTI
- NORMATIVA E PRECEDENTI
- DECISIONE DEL CASO E ANALISI
- ESTRATTO DELLA SENTENZA
ESPOSIZIONE DEI FATTI
La controversia trae origine dalla presenza di due aperture, qualificate come luci irregolari, realizzate sul muro di confine dell’immobile di proprietà dei convenuti, che affacciano sul fondo della parte attrice. Quest’ultima, ritenendo illegittime tali aperture, in quanto difformi rispetto alle caratteristiche prescritte dagli artt. 900 e seguenti del Codice Civile, ne chiede la chiusura o la regolarizzazione, contestando al contempo l’esistenza di una servitù a favore del fondo confinante. I convenuti, dal canto loro, sostengono che le luci, esistenti da oltre vent’anni, siano conformi al progetto e che sia intervenuta l’usucapione della servitù di luce e aria a favore del proprio immobile.
NORMATIVA E PRECEDENTI
La disciplina delle luci e delle vedute trova la sua fonte primaria negli artt. 900 e seguenti del Codice Civile. In particolare, l’art. 901 c.c. prescrive le caratteristiche che le luci devono possedere per essere considerate regolari, ovvero un’altezza non minore di due metri e mezzo dal pavimento, un’inferriata idonea a garantire la sicurezza e una grata fissa in metallo le cui maglie non superino i tre centimetri quadrati. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che, in assenza di tali requisiti, l’apertura va considerata come luce irregolare, sempre suscettibile di regolarizzazione su istanza del proprietario del fondo confinante (Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 34824 del 17/11/2021).
Quanto all’usucapione, è consolidato l’orientamento secondo cui il possesso di luci irregolari, sprovvisto di titolo e fondato sulla mera tolleranza del vicino, non possa condurre all’acquisto per usucapione della corrispondente servitù (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 10885 del 06/11/1997).
DECISIONE DEL CASO E ANALISI
La Corte d’Appello di Lecce, con la sentenza in esame, pur confermando l’irregolarità delle luci esistenti sull’immobile dei convenuti, giunge a una soluzione di compromesso tra le contrapposte esigenze delle parti.