Le richieste istruttorie rigettate s’intendono abbandonate se non reiterate in sede di precisazione delle conclusioni

Le richieste istruttorie rigettate s’intendono abbandonate se non reiterate in sede di precisazione delle conclusioni

Introduzione

Nel processo civile, le parti possono richiedere al giudice di ammettere prove per dimostrare le proprie ragioni. Tuttavia, il giudice può rigettare le richieste istruttorie se ritiene che non siano necessarie o rilevanti per la decisione della causa.

In caso di rigetto delle richieste istruttorie, le parti hanno la possibilità di reiterarle in sede di precisazione delle conclusioni. Se le richieste non vengono reiterate, si intendono abbandonate e non possono essere riproposte in appello.

Norma di legge

L’art. 346 c.p.c., rubricato “Decadenza dalle domande e dalle eccezioni non riproposte“, prevede che:

Le domande (1) e le eccezioni (2) non accolte nella sentenza di primo grado, che non sono espressamente riproposte (3) in appello, si intendono rinunciate.

Sentenze della Corte di Cassazione:

La Corte di Cassazione ha più volte ribadito l’orientamento secondo cui le richieste istruttorie rigettate in primo grado devono essere reiterate in sede di precisazione delle conclusioni, pena la decadenza.

In particolare, la Corte ha affermato che:

La parte che si sia vista rigettare dal giudice di primo grado le proprie richieste istruttorie ha l’onere di reiterarle al momento della precisazione delle conclusioni, poiché, diversamente, le stesse dovranno ritenersi abbandonate e non potranno essere riproposte in appello.

(Corte di Cassazione, sentenza n. 15029/2019)

Analisi

L’obbligo di reiterare le richieste istruttorie rigettate in sede di precisazione delle conclusioni è finalizzato a garantire la chiarezza e la completezza del quadro probatorio sottoposto al giudice di appello.

Infatti, se le richieste istruttorie non vengono reiterate, il giudice dell’appello potrebbe non essere a conoscenza dell’istanza della parte e, di conseguenza, potrebbe non poterla valutare.

Pertanto, è importante che le parti siano consapevoli di questo obbligo e che lo adempiano in modo corretto.

massima

Estratto Corte d’Appello di Lecce, sentenza n. 1052/2021 del 27/09/2021

La giurisprudenza di legittimità più recente ricorda che nel caso in cui – come nella specie – il giudice di primo grado non accolga tutte e/o alcune richieste istruttorie, la parte che le ha formulate ha l’onere di reiterarle al momento della precisazione delle conclusioni. La parte che si sia vista rigettare dal giudice di primo grado le proprie richieste istruttorie ha l’onere di reiterarle al momento della precisazione delle conclusioni, poiché, diversamente, le stesse dovranno ritenersi abbandonate e non potranno essere riproposte in appello. In tal senso recenti: Cass. Civ. 31 maggio 2019 n. 15029; Cass. Civ. 27 febbraio 2019 n. 5471″.

Come evitare di perdere le richieste istruttorie rigettate in appello

Per evitare di perdere le richieste istruttorie rigettate in appello, è necessario:

  • Ridurre al minimo il rischio di rigetto delle richieste istruttorie. A tal fine, è importante formulare le richieste in modo chiaro e circostanziato, evidenziando la loro rilevanza e necessità per la decisione della causa.
  • Reiterare le richieste istruttorie rigettate in sede di precisazione delle conclusioni. La reiterazione deve essere specifica e deve contenere tutti gli elementi necessari per consentire al giudice di appello di valutare l’istanza.

Conclusione

L’obbligo di reiterare le richieste istruttorie rigettate in sede di precisazione delle conclusioni è una regola fondamentale del processo civile.

La mancata osservanza di tale regola può comportare la decadenza dalla richiesta e, di conseguenza, la perdita della possibilità di ottenere la prova richiesta.

Avv. Cosimo Montinaro

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